NORD AMERICA
Cascate del Niagara. Parte 2: sapere cosa aspettarsi
13 October 2015
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Forse le mie aspettative erano troppo alte, ma d’altronde le Cascate del Niagara sono considerate delle vere e proprie meraviglie naturali del Nord America, quindi questo era cio’ che pensavo di trovare.

E invece altrettanto alta e’ stata la delusione nello scoprire che in realta’ sono quasi interamente artificiali, circondate (quasi inghiottite) da una distesa di grattacieli, vecchi edifici pacchiani, casinó malmessi, luci al neon super kitsch….e addio poesia!

Non sono riuscita a scattare nemmeno una fotografia al paesaggio senza che da qualche parte spuntasse l’ennesimo orribile palazzone. Inquinamento visivo bello e buono!

Fino al 1600 tutta l’area attorno alle cascate era pristina e selvaggia, le acque del fiume pulite e cristalline e una grande varieta’ di flora e fauna proliferava indisturbata.

Nel corso dei secoli successivi questi incanti naturali incominciarono ad attirare non solo turisti e avventurieri, ma anche centrali idroelettriche e industrie chimiche, per sfruttare l’energia generata dall’enorme portata delle cascate.

Con il passare del tempo tonnellate di rifiuti chimici vennero scaricati direttamente nelle acque del Niagara: inizialmente la forza del fiume riuscí a spazzarli via, ma ben presto si rivelo’ insufficiente e il fiume ne risulto’ irreversibilmente avvelenato.

Gia’ negli anni ’50 i pesci incominciarono a scomparire, cosí come altre specie animali che ne abitavano le rive.

Intanto lo sviluppo dell’intera area crebbe a livelli esponenziali, richiamando maggiori interessi commerciali che portarono alla nascita di numerosi grattacieli (soprattutto hotel), ristoranti, attrazioni turistiche e negozi di souvenir per soddisfare le esigenze delle migliaia di turisti che ogni giorno affollano le sponde delle cascate, sia sul lato canadese che su quello americano.

Il risultato e’ stata una completa alterazione del paesaggio con conseguenze gravissime sull’inquinamento e sulle stesse condizioni climatiche dell’area. Uno studio recente ha infatti dimostrato la diretta relazione tra l’aumento consistente dei giorni di nebbia e la presenza massiccia di grattacieli.

Niagara Falls non e’ solo il nome delle cascate ma anche quello delle cittadine gemellate poste a ridosso di esse, una negli Stati Uniti e una nel Canada, collegate tramite Rainbow Bridge.

Purtroppo lo spettacolo che queste due citta’ offrono e’ poco gradevole e sicuramente non si addice all’atmosfera che dovrebbe contraddistinguere un luogo paesaggisticamente cosí rilevante.
Le ho trovate di una tristezza e bruttezza uniche, pacchiane a livelli esponenziali, totalmente fuori luogo, con negozi vecchi e polverosi pieni di accozzaglie e cianfrusaglie senza alcun interesse, ristoranti costosi con cibo di pessima qualita’.
Delle mini Las Vegas di cemento che soffocano le cascate e deturpano quasi completamente quella bellezza selvaggia che dovrebbe caratterizzare un posto del genere.

Mi piacerebbe poter dire che del viaggio alle Cascate del Niagara (per altro l’ultimo che mi ero concessa prima di rimpatriare definitivamente in Italia…quindi doppia delusione!) conservo solo bei ricordi. Purtroppo non puo’ essere sempre tutto unicorni e arcobaleni (per quelli vi rimando alla prima parte dell’articolo!) e, vuoi forse che le mie aspettative erano davvero troppo alte o che effettivamente le cascate non sono poi la fine del mondo, ma ho ritenuto importante raccontare anche la versione meno piacevole e ugualmente veritiera dei fatti, in modo che chiunque stia pianificando o pianifichera’ un viaggio qui sia preparato e sappia cosa aspettarsi.

Non voglio di certo dire che “i salti piu’ famosi al mondo” non meritino una visita (la loro bellezza e imponenza e’ incontestabile), ma fate in modo che siano solo una breve tappa del vostro itinerario e non il punto centrale.
Mezza giornata e’ piu’ che sufficiente per passegiare lungo le sue sponde, poi potete allungare verso Buffalo, nello Stato di New York, o ancora meglio verso Toronto, in Canada.

THE END

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