NORD AFRICA
Il Cairo da “Mille e una notte”
9 November 2014
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Un aroma inebriante di spezie e profumi; il traffico assurdamente caotico e senza regole; la zona islamica con le sue preziose moschee e quella copta, meno conosciuta, fatta di chiese e vicoli silenziosi; affollati bazar e mercati a cielo aperto; la culla della civilta’ araba con migliaia di anni di storia alle spalle.

Tutto questo (e molto altro) e’ il Cairo, capitale d’Egitto, centro religioso, economico e culturale dell’intero Paese.

Ormai sono passati sei anni dal mio viaggio nella terra dei faraoni eppure la sensazione di trovarmi all’interno delle storie narrate ne Le mille e una notte e’ ancora viva oggi come allora.

In questo post voglio farvi scoprire (o riscoprire se ci siete gia’ stati) il Cairo proprio attraverso i racconti contenuti nelle pagine di questo popolare libro: l’opera araba piu’ diffusa nel mondo, che ha contribuito in maniera consistente a creare nell’immaginario collettivo quell’idea orientaleggiante, esotica e sicuramente fiabesca dell’Egitto e della sua capitale.

Con quegli stessi racconti mi sono addormentata mille e una notte da piccina, sognando le piramidi e i segreti che racchiudono, solcando i sette mari con Sindibàd il marinaio, razziando i preziosi tesori dei quaranta ladroni assieme ad Alì Babà e immaginandomi il volto di Shahrazad, protagonista della famosa storia-cornice del libro.
Bellissima e coraggiosa figlia maggiore del gran visir, Shahrazad si dette in sposa al sultano, che per vendicarsi dell’infedelta’ della prima moglie, da tempo faceva uccidere al mattino le spose con cui aveva trascorso una sola notte. La giovane, astutamente, riusci’ a rimanere viva narrando notte dopo notte magnifiche novelle incastonate l’una nell’altra in un sistema a matriosca, strappando al sultano ogni volta un nuovo giorno per permetterle di concludere la storia del giorno precedente e finendo infine col farlo innamorare di lei, avendo quindi salva la vita.

La Cittadella e la Moschea di Alabastro

“Dopo molto stento e gran pena giunse in quella famosa città, la quale ha poche simili nell’universo, tanto per grandezza, come per bellezza. Scese alla porta di una moschea, ove sentendosi oppresso da stanchezza, coricossi”. Storia del principe Zeyn al-Asnàm e del re dei geni.

La Cittadella e’ una fortificazione eretta sulla sommita’ di una collina nella zona sud della citta’, ad est del Nilo. Le mura furono fatte costruire tra il 1176 e il 1183 da Saladino per proteggere la citta’ dai Crociati e un tempo racchiudevano il palazzo del sultano. Oggi al suo interno, custodite come un prezioso tesoro, si trovano una serie di moschee mozzafiato: un perfetto esempio del Cairo islamico.
La piu’ affascinante e fiabesca e’ la Moschea di Muhammad Ali Pascia’, conosciuta popolarmente come Moschea d’Alabastro, poiche’ le pareti sono ricoperte di questo materiale. Fu edificata tra il 1828 e il 1848 in stile ottomano e si ispira nelle forme alla piu’ famosa moschea di Santa Sofia di Istanbul.
La silhouette caratterizzata dalla grossa cupola biancastra e dai due alti minareti rendono l’intero sito riconoscibile anche a chilometri di distanza.
All’interno il pavimento e’ completamente ricoperto di tappeti rossi ricamati e dalle enormi volte pendono  lampadari luminosi.
Come di norma nelle moschee anche qui e’ obbligatorio entrare scalzi e con abiti decorosi. All’uscita si possono recuperare le proprie calzature e accedere ad una terrazza da cui si gode di una bella vista sulla citta’ e se la giornata e’ particolarmente tersa si possono scorgere le piramidi, dall’altro lato del Nilo.

Il bazar Khan el Khalili

“Nel mio arrivo al Cairo andai a smontare al Khan e vi pigliai un alloggio con un magazzino. Fui subito circondato da una folla di sensali e di venditori”. Storia del mancino.

Alcuni dicono che i commercianti di Khan el Khalili, il secondo bazar piu’ importante ed esteso dell’area orientale dopo quello di Istanbul, discendano direttamente dai mercanti di cui si parla ne Le mille e una notte.
In arabo si chiamano suq, traducibile in bazar: si tratta di intere vie o parti di esse composte principalmente da piccole botteghe in cui si rivende ogni tipo di prodotto: tappeti e arazzi (molti di essi riproducono scene e personaggi famosi tratti dal libro, prima tra tutti Shahrazad), spezie e profumi orientali, stoffe, gioielli, oggetti d’artigianato, statuette, papiri.
Un dedalo infinito di stradine e vicoli tortuosi, affollatissimi e rumorosi, un universo di aromi, colori e suoni, in cui si puo’ ritrovare la vera anima del Cairo, quella che ti sorride sia con la bocca che con lo sguardo, con cui si contratta per comperare qualsiasi cosa. Guai ad accettare la prima offerta!

Piramidi e Sfinge

“…non si contento’ di vedere quanto era degno di curiosita’ al Cairo, ma ando’ anche ad ammirare le piramidi”. Storia d’Ali Cogia mercante di Bagdad.

Il sole stava ancora sorgendo e l’altopiano di Giza era completamente immerso nella foschia mattutina. Pochissimi bus di turisti intorno e l’aria ancora fresca. Credo sia il momento migliore della giornata per far visita alle tre piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, importanti faraoni della IV dinastia.
L’intero sito puo’ essere esplorato a piedi in autonomia.
La piramide di Cheope o Grande Piramide e’ la piu’ alta e antica (risale al XXVI secolo a.c.) della necropoli di Giza e rappresenta l’ultima meraviglia del mondo antico giunta pressoché intatta fino ai nostri giorni.
Antiche, imponenti ed enigmatiche, colme di un fascino misterioso e secondo molti di un’energia mistica inspiegabile, le piramidi sembra si sottraggano con maestria ad ogni logica, spiegazione razionale e regola. Un detto popolare afferma: “L’uomo ha paura del tempo. Ma il tempo ha paura delle piramidi”.

Sull’intero sito veglia ermetico e impenetrabile un personaggio famoso tanto quanto le tre piramidi che sorveglia: la Sfinge,  la mitica statua con corpo da leone e testa umana, posta lungo la rampa che conduce alla piramide di Chefren, che secondo la tradizione egizia rappresentava un augurio di vita serena nell’aldila’ ai faraoni.

E davvero, dopo aver letto i racconti de Le mille e una notte e aver visitato il Cairo, sembra che lo spirito della citta’, in fondo, non sia mai cambiato: volti sorridenti, di cui spesso si intravedono solo gli sguardi intensi, colore della sabbia, colmi di fede (cattolica o musulmana) e di vita, discendenti di un’antica civilta’ ed eredi di un lascito culturale che affonda le sue radici nell’alba della storia.

 

Tutte le citazioni di questo post sono tratte da: Le mille e una notte, trad. di Armando Dominicis, Newton Compton Editori, 2010, pag 960

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