Tutto era incominciato a Miami poco piu’ di un mese fa, con la necessita’ di scoprire cosa e’ rimasto di autentico negli Stati Uniti di oggi e di capire se le basi concettuali del mito americano sono ancora valide.
La nozione di liberta’ e’ una delle piu’ importanti fibre ideologiche su cui e’ stato costruito l’American Dream, sin dalla nascita della nazione, ed e’ forse il piu’ importante tra i diritti inalienabili elencati nella Dichiarazione di Indipendenza.
Percio’ mi sono chiesta, dopo aver vissuto tre anni negli USA e dopo averli interamente attraversati, se esiste davvero un’ideale di liberta’ in cui valga ancora la pena credere e in cosa consiste praticamente.
La mia conclusione e’ che nella moderna societa’ statunitense la nozione di liberty e’ racchiusa in due concetti principali.
Il primo e’ la possibilita’ data ad ogni uomo e ogni donna di liberarsi della condizione sociale/limiti in cui si e’ nati (e in questo credo che gli Stati Uniti non abbiano eguali). In tale condizione, ognuno e’ potenzialmente libero di diventare cio’ che vuole e realizzare pienamente la propria persona, senza barriere sociali o ostacoli. E affermo cio’ senza ingenuita’, ma basandomi sulle mie esperienze dirette: il governo americano assiste e supporta il proprio popolo (anche quello acquisito) a realizzare i propri sogni.
Il secondo e’ il senso di liberta’ intrinseco agli enormi e travolgenti paesaggi/spazi naturali di cui il Paese e’ ricco e in cui l’uomo stesso e’ un visitatore che non resta. [1]
In questi due importanti concetti, veri e autentici, e’ possibile ritrovare, a mio parere, le basi del mito americano e in questo bisogna continuare a credere.

Ora che il cerchio e’ stato chiuso, passiamo a qualche dato numerico e ricapitolazioni.
Al momento della partenza ho azzerato il contamiglia. Da Miami Beach all’aeroporto di San Diego, il cruscotto della macchina segnava esattamente 5,704.4 miglia, ovvero 9,178.4 km!
Con le stesse miglia avrei potuto attraversare la Russia lungo la Transiberiana, la ferrovia che collega Mosca a Vladivostok, sul Mar del Giappone, oppure percorrere Milano-Lecce nove volte!

Qui sotto, a grande richiesta, il percorso completo da costa a costa!
In tutto ho attraversato 10 stati – Florida, Alabama, Mississipi, Luisiana, Texas, New Messico, Arizona, Utah, Nevada, California – e 3 fusi orari – da Easter a Pacific Standard Time.
Come in molti avranno capito mi piacciono i cartelli e le insegne stradali insolite. Ecco una raccolta dei piu’ divertenti e bizzarri incontrati on the road.
Mi avete vista saltare un po’ dappertutto e con alle spalle ogni tipo di monumento, paesaggio o ambiente, ma non pensate sia stata una passeggiata! Non avete idea di quanti balzi abbia dovuto fare per riuscire a far venire bene almeno una foto!
Ecco la raccolta di tutti i salti con qualche inedito.
Scrivere con il sapore ancora fresco delle avventure appena fatte e fissarle nello spazio in tempo reale mi hanno obbligata a mettere ordine in quella matassa di pensieri, sensazioni ed emozioni che avevo in testa e che altrimenti avrei lasciato aggrovigliate e confuse.
Il diario indelebile di una bellissima impresa che mi portero’ dietro tutta la vita.
Cos’ho imparato in questo lungo viaggio? Ho imparato a riscoprire il mondo e a guardarlo con gli occhi e lo spirito dei viaggiatori e non dei turisti, con lo sguardo sempre rivolto verso l’alto, in un misto di stupore e curiosita’ genuina che hanno i bambini quando vedono il mare per la prima volta.
Ma i veri viaggiatori partono per partire:
cuori leggeri come palloncini in alto vanno,
il loro corso mai vorrebbero smarrire,
dicono sempre “Andiamo!”, ed il perche’ non sanno.
I loro desideri hanno forma di nuvole.
Come il coscritto sogna il cannone, essi anelano
a volutta’ immense, sconosciute e mutevoli,
dal nome che a nessuno davvero si disvela. [2]
[1] Orig. “Where man himself is a visitor who does not remain.” Wilderness Act 1964
[2] C. Baudelaire, I Fiori del Male, a cura di A. Prete, Feltrinelli, Milano, 2012, pp. 270-281
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