NORD AMERICA
Day 04 Introduzione al Texas: il mito del cowboy
2 August 2014
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Oggi all’orizzonte uno dei giganti degli Stati Uniti: il Texas, secondo stato (dopo l’Alaska) piu’ grande della nazione.

 Il Texas viene anche chiamato Lone Star State (Stato dalla stella solitaria) e comunemente si ritiene che la stella (raffigurata sulla bandiera) rappresenti lo spirito indipendente e orgoglioso caratteristico dei veri texani, derivato dai numerosi anni come stato indipendente (sottoforma di Repubblica del Texas, prima dell’annessione agli Stati Uniti nel 1845) ed e’ ormai entrata nell’immaginario collettivo come uno dei maggiori simboli dello stato.

Quando si pensa al Texas subito vengono in mente immagini ben chiare che spaziano dalla flora, alla fauna, all’abbigliamento, alla musica, a un modo d’essere. Quando penso al Texas non posso non avere in mente terre desertiche bruciate dal sole e disseminate di cactus, vacche Longhorn (dalle lunghe corna), canyon, cowboy con stivali in pelle, jeans e cappello (l’abito nazionale), musica country nei saloon, rodeo, trivelle per l’estrazione del petrolio immobili al tramonto.

Oggi il Texas e’ un ricco e variegato stato e si compone di eredita’ culturali diverse che si sono stratificate, senza annullarsi reciprocamente, nel corso dei secoli. Colonia spagnola nel 1500, poi francese nel 1600, messicana nel 1700, per poi diventare il 28esimo stato degli Stati Uniti nel 1845.

Uno slogan famoso qui e’ Don’t Mess with Texas (Non scherzate con il Texas) perche’ i texani non dimenticano, vogliono risolvere i problemi faccia a faccia, sono spavaldi, orgogliosissimi, diretti, senza troppe parole se non quelle necessarie.

L’industria trainante dopo la Guerra Civile era quella del bestiame (soprattutto le vacche Longhorn) e con essa naque la figura del cowboy, poi diventata mitica e distorta, ma che altro non erano che mandriani con il compito di spostare il bestiame verso Dallas o Abilene in Kansas (famosa la Chisholm Trail), per poi caricarlo su treni e spedirlo nella East Coast. Nel 1900 fu la volta dell’industria petrolifera, tutt’oggi settore trainante.

 

Tra tutti, il cowboy e’ forse il simbolo piu’ universalmente attribuibile al Texas ed e’ anche un concetto completamente miticizzato e distorto, molto lontano dalla realta’, ma che e’ entrato nell’immaginario mondiale come simbolo romantico di giustizia, di lotta ai banditi, di uomo che si e’ fatto da se’, che affronta il pericolo e ne esce sempre vincitore. E’ l’uomo americano ante litteram, che attraverso la sua vita semplice, onesta, fatta di duro lavoro si e’ guadagnato un ruolo fondamentale nella formazione ideologica e nella determinazione del carattere di una nazione intera.

In realta’ erano tutt’altro che figure eroiche e di romantico avevano ben poco. Si trattava spesso di uomini sottopagati (e molto spesso neri o ispanici), con il compito di radunare e spostare le mandrie di bestiame verso le ferrovie, rischiando continui attacchi da parte di indiani e fuorilegge, in condizioni del tutto precarie.

Ma proprio da questa dura realta’ naque il mito che venne poi ampiamente pubblicizzato da film western, romanzi, canzoni. Tutt’oggi il business legato al western e’ molto lucrativo. Basta pensare un attimo all’attore John Wayne e a come, ancora oggi, sia forte la confusione tra attore e personaggio interpretato, per capire quanto sia potente e ben riuscito il mito del cowboy. Ci sto provando, ma non riesco davvero a figurarmi nella mente un’immagine del signor Wayne senza un cappello da cowboy in testa!

Onestamente sono molto curiosa di scoprire cosa e’ rimasto oggi, nei tempi moderni, di questa figura mitica e del Far West. Secondo alcuni il West, oggi, e’ in primo luogo natura, grandiosa, possente, scenografica. [1]

Non mi resta che urlare: IIIIIIIAAAAAA e correre a briglia sciolte verso la prima tappa!

  [1] Cit. Oliviero Bergamini, Da Wall Street a Big Sur, Editori Laterza, 2012, pag.51

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